Otto scatti veloci fanno di una vita un film

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i suoni che facevano da contorno erano pochi e familiari, riconosciuti e catalogati. il torpore artistico, l'iniziativa creatrice, l'esigenza originale erano morte dentro alle teste riempite di fumo e schermi luminosi.
nessuno avrebbe sfondato la porta a Jonathan Higgs, nessuno lo avrebbe richiamato per il libro che aveva scritto. la stanchezza e la ripetitività assaliva tutti, dopo un po', e se fino a quel momento si erano fidati di lui perchè ormai del tutto soggetto alle regole, avrebbero continuato, ciecamente, a fidarsi.
Jonathan si sentì chiamare da dietro e vide una ragazza asiatica, vide i suoi occhi. c'era speranza, speranza in bianco e nero, in piccole dosi, a rallentatore, ma la spinta di fronte al vuoto con la forza personale di volerlo riempire, stava velando qualche persona rimasta persona.
stettero a parlare un po', insieme, mentre il sole nasceva ad anni luce da loro, chiuso dalle tende oscuranti del pianeta terra. uno grazie ad un numero, l'altra pr merito di un simbolico schiaccianoci, si erano svegliati contro qualsiasi previsione che potesse uscire da un laboratorio di studiosi delle emozioni umane.

Jonathan Higgs adesso scrive poesie e vive di poco, nuota perfettamente nei labirinti delle città riuscendo ancora a perdersi, sia con i pensieri sia con l'orientamento. ogni tanto ritorna a casa, la cui porta continua a lasciare aperta un po' per l'abitudine a ripetere dei vecchi tempi, un po' perchè nessuno se ne accorge.
Mitsuko Chan fa parte di una compagnia di ballo, attiva da prima che lei si svegliasse. lei e gi altri si ritrovano in una stanza poco lontana dalla sua e ballano sui brani che alcuni musicisti rinati compongono per loro. il suo schiaccianoci si è rotto, quasi come se il suo compito fosse stato finalmente adempiuto.

continua

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