Adesso ti riconosco

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abituato al solo rumore dei suoi passi, sì voltò al suono di altre scarpe. sordo alla voce di altre persone, non capì cosa quella ragazza gli stesse dicendo. si tolse di bocca le due sigarette, stupefatto. il suo sguardo, le sue pupille guizzanti che si dilatavano e si rimpicciolivano nonostante la luce diretta inesistente. non credeva ai suoi occhi, e nemmeno a quelli di lei.
Anna Eisenstaedt, la fotografa, continuava a parlare all'uomo, ma lui sembrava non comprendere, le orecchie ovattate da anni trascorsi a sentire la sua stessa voce ed il metallo picchiare, raschiare il legno.
James Berry, lo scultore, era già sveglio. adesso sapeva di non essere l'unico, adesso sapeva che, senza di lui, non si sarebbe estinto niente di quello che era riuscito a mantenere per tutta la vita dei suoi capelli, prima nerissimi e poi, gradualmente, bianchi. sentì il cuore stringerglisi di botto, un dolore allucinante che si sforzò di ignorare. chiuse gli occhi e li riaprì. vide la ragazza in piedi davanti a lui, come nella sua ultima opera, e la sua bocca aprirsi violenta in grida di parole che continuava a non capire.

continua

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