E' scomparso tutto, tranne i fogli bianchi

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Celie Pennac guardò il pianoforte ed i miliardi di fogli sparsi per la casa. li aveva sparsi lui, il musicista, dopo anni di impilamenti. le sembrava tutto così naturale, quel disordine, pur non avendolo mai assaggiato. lo gustava con la vita nuova che aveva avuto indietro per metà tempo prima, quando vide quell'uccello volare in cielo, e per metà quello stesso giorno, strattonata in un'uscita fuori programma dall'amica.
Michael si rifiutò di far ascoltare altre sue canzoni ad Helen, perchè aveva paura di tornare all'apatia, riascoltando tanta innaturalezza.
congedandosi, mentre Celie scendeva le scale salutando frettolosamente, i due si diedero appuntamento per la sua settimana successiva, l'uno con un nuovo brano, l'altra con un nuovo quadro.

Celie Pennac, ancora mantenuta da qualche pubblicità, scrive e interpreta dei monolghi nel caos in cui ha gettato la sua stanza e più spesso di prima si affaccia alla vetrata in cerca di un paio d'ali che insegue, non appena le scorge.
Michael Mohad rilegge costantemente il libro di Jonathan, nel timore di ritornare senza rendersene conto, vuoto come prima. e come prima, la sua nuova musica adesso viva, continua a passare inosservata.
Helen Antolini consegna ancora quadri scadenti, mentre con i migliori riempie le pareti di casa sua. a volte esce di casa con i colori e dà vita ad un muro qualsiasi.

continua

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