Non basta un interruttore, per accendere una luce spenta

si è rovesciato di nuovo il latte, ma dicono che non ci si deve piangere sopra. è un modo di dire, eppure decido di seguirlo. dovrò pulirlo, dovrò alzarmi e andare al lavandino della cucina, aprire lo sportello sottostante e prendere la spugnetta viola. la bagnerò sotto il getto d'acqua e la passerò sul tavolo, togliendo il laghetto bianco per far tornare di nuovo uniforme il marrone del legno. la sciacquerò e la rimetterò a posto, tornando a sedere, a guardare i cereali e ad infilarmi il cucchiaio in bocca, senza pensarci.
è un latte un po' particolare questo, perché si rovescia da solo. non sai quando, non sai perché, ma lo fa. puoi chiuderlo in qualunque recipiente, lui comunque, prima o poi, si rovescerà. non lo pago neanche poco, a pensarci bene. credo che sia tra i più cari. ed è buono, buonissimo, secondo me il miglior latte che ci sia, anche se ne avrò assaggiate al massimo altre due qualità soltanto.
però potrebbe succedere che prima o poi mi stanchi di pulirlo, di alzarmi dalla sedia per prendere la spugnetta viola. potrebbe darsi. io potrei stufarmi, lasciarlo lì e non toglierlo più, facendo accumulare le macchie che col tempo asciugherebbero, lasciandosi dietro un alone appiccicoso che presto invaderebbe tutto il piano legnoso. alla lunga non potrei più nemmeno appoggiarci i gomiti.
chissà, forse smetterei addirittura di fare colazione.

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