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"c'è differenza tra me e te" pensò.
era notte e il sole illuminava ancora, lasciando l'oscurità alle poche ombre che formava. di scaldarsi non se ne parlava, il ghiaccio ti entrava nel sangue ancor prima di poter percepire il gelo.
in effetti, coperti com'erano, dagli occhi potevano sembrare la stessa persona. erano i soldi che avevano che venivano da posti diversi. lui studiava la vita animale al Polo Nord, l'altro pitturava il permafrost di rosso, spaccando la testa alle foche.
più e più volte si erano ritrovati a discutere, sul perchè delle loro azioni, sul bisogno reciproco che avevano uno dell'altro, quali fratelli.
"siamo uguali, guardaci cazzo! la vita qui ci ha isolato dal mondo, senza amore nè contatti particolari, nessuna prospettiva davanti. io odio questo posto quanto te, sai bene che entrambi ce ne andremmo se non fosse per il male di babbo. non c'è differenza, tra me e te. siamo uguali" gli disse l'altro, un giorno.
"c'è differenza tra me e te" pensò, mentre gli apriva la testa a bastonate, accanto alla foca che l'altro aveva appena ucciso davanti ai suoi occhi.


siccome ieri mi sono dimenticato e la formula "sabato risotto" l'ho già usata, oggi vi propongo il
venerdì risotto +1: risotto del giorno dopo
riscaldate il risotto avanzato di ieri.
"ma ieri non abbiamo avuto la ricetta" direte voi. già, ma non è un problema mio.
scongelatevi una pizzetta, toh.

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