L'insesistente perché del dovere

proviamo con qualcosa di leggibile. al che mi siedo e faccio tremare le dita sui tasti con le lettere,

i bei momenti di gioco, la sera, quando l'atmosfera prendeva una piega insolita, inedita, piacevole. nascevano cose che sembravano il massimo, che da lì in poi, sembrava non sarebbero mai più potute sparire.
duravano una sera soltanto, morendo coi loro particolari il giorno seguente, quando venivano rimessi in piedi senza più lo stesso entusiasmo, senza una spiegazione per come avessero fatto, ventiquattr'ore prima, a sembrare così belli e folgoranti.
momenti di gioco, ma potrei sostituirci tanto altro.

e poi c'è un bambino che vuole stare solo, che passa davanti a casa sua, in bici. è l'ora di rientrare, ma non lo fa e prosegue, allunga il giro. un po' di rabbia sconclusionata, un po' di ricerca di qualcosa che si trova solo stando soli.
tranquillo, crescerai e ti daranno i mezzi per farlo, per allontanarti. nel crescere c'è il sapere come fuggire, quando si rivela necessario o quando si vuole. con la macchina andrai meglio e più lontano, e magari nessuno si impensierirà.
ma forse il fatto che questo accada, sarà un peccato.

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