La rovina in cui credere

mentre un film mi imbocca sul ragazzo Siani che non conoscevo, fuori succede un po' di tutto per colpa della pioggia. sì, convengo definitivamente che è per colpa della pioggia che Lennon e Macca hanno litigato. scommetto che l'hanno ammazzato loro, Giancarlo Siani. intabarrati sotto i giubbotti di pelle, gli hanno sparato mentre la bocca chiedeva al cervello cosa dire, senza risposta.
qualcuno fermi il treno, per favore.
il film finisce ed inizia il TG della tarda serata, padroneggiato da un conduttore austero e convinto, solenne quasi. "Berlusconi è morto, dillo" penso. no, non lo dice. ancora crisi, ancora soldi che non ci sono perché prima di tutto non ci sono le teste, e le tasche nascoste sono troppe.
ci schiantiamo, di questo passo.
mi infilo sotto le coperte e mi tranquillizzo pensando che in fondo ho un sacco di possibilità. eppure il momento mi vuole qui, ora. il momento mi vuole zitto e frenetico, chiuso su un fianco a luce spenta, senza un battito di tastiera né uno in più di ciglia.
e mentre il ponte si allontana, vedo la terra che si avvicina.

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