Scegliere se stessi

le diverse sfumature dei loro occhi, davano alla suo turno di ronda un tocco di curiosità. si immaginava i movimenti delle dozzine di pupille devitalizzate proiettarsi alle sue spalle, sopra la sua testa, lungo la parete. le figure camminavano sulla roccia davanti a loro, dipinte dal fuoco.

rapiti anni prima durante la guerra, adesso erano dati per morti. erano l'ultimo ciclo, quello conclusivo. erano i fortunati protagonisti della fase finale dell'esperimento.

sentiva i suoi passi volteggiare nella grotta, sapendo di condividerli con quegli uomini incatenati davanti a lui. andava avanti e indietro, mentre il faro illuminava le forme che gli passavano davanti, automatiche. non era soltanto un muro a separarli, ma anche una coscienza ed una conoscenza completamente diverse.

il penultimo ciclo era arrivato al primo stadio di incatenamento, incluse le prove di nutrizione e soddisfazione di funzioni primarie. nessun ricordo grazie alla chirurgia e alla chimica, che si erano portate via decine di cavie prima di loro. una volta fucilati anche questi, era il momento di tirare le somme.

due anni erano passati, le loro menti finalmente costruite sulle convinzioni sbagliate. mentre dormivano, fu incaricato di liberarne uno, tornando poi fuori ad aspettarne il risveglio, assieme alla cittadina inconsapevole.
lo videro uscire spaesato, rachitico e bianco, rovinato dal buio e dall'immobilità; incredibile che camminasse ancora. tutti osservavano da dietro i monitor, affamati dell'imminente accadere ancor più di quell'uomo.
gli sguardi su di lui lo registrarono assieme alle telecamere mentre, abbagliato, si portava la mano agli occhi gettandoli sulle ombre che conosceva così bene. adesso, non restava che aspettare impazientemente e vedere se, sfumature a parte, il Filosofo avesse ragione.

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