Tentare è di sorte, provarci è di cuore

si fece mangiare gli occhi dal mare, guardandolo dall'alto. cieco di blu, pensò di essere in fondo un po' ringiovanito, mentre si guardava i titoli di coda.
il tempo era scaduto, la conclusione era veramente arrivata alla fine. si ricordò poco e controvoglia, spiazzandosi un po' per la sua calma freddezza. il gelo era ancora il cappotto delle foglie, ma le onde erano altrove e regalavano al piccolo mare un naturale aspetto placido.
giocò sul suo respiro più volte, tentando di trattenerlo e rilassarsi, contando i secondi che lo separavano dalla sua bocca di nuovo aperta. pensò di tuffarsi in acqua, ma senza il blocco di cemento legato alla caviglia. si sentì come più leggero, riempito dal solo peso di quell'idea. poi tornò dal mare, che era ancora lì, ad aspettarlo, che aveva visto ogni sua mossa e che sapeva, meglio di tutti gli altri. ci era andato spesso lì, si conoscevano. avrebbe pensato che sarebbe stato un coglione, a quel punto, se non si fosse buttato.
il blocco di cemento cadde in acqua graffiando fino al fondale quella panna celeste ed immobile, portandosi dietro, ondeggiante, il pezzo di corda solitario.

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