Il superfluo che si mangia l'essenziale

guarda qui, fissa qui, fermo. non muoverti, cazzo, stai fermo. fermo t'ho detto.
l'atmosfera surreale, fa del mondo il prefabbricato fatiscente che pochi sanno occupare senza abbandonarlo. il sale di cui certe zucche non si sono mai appropriate.
tra tutti, ne salverei tre o quattro. li ucciderei tutti, se poi non potessi scegliere. no dai, son bravi tutti. e quello là non lo sopporto.
riguardò il muro di fronte a sè, sempre uguale, mai cambiato, mai diverso. e perchè lo guardava? perchè si perdeva. riusciva a sprofondare nei pensieri senza accorgersene, districandosi tra migliaia di idee simultanee. fissare la parete, così costante e stabile, lo conciliava. e nel frattempo moriva, rimanendo fermo e perso, come il muro, mentre paradossalmente sognava cambiamenti.

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