Si chiudano gli occhi, ma non per dormire

accese il lettore mp3. lounge, perfetto.
il lounge lo allontanava completamente dal resto del mondo, dando ritmo a tutto e racchiudendolo nella più completa pace, nè allegra nè triste.
fuori pioveva, ma sembrava splendesse il sole. la musica schiariva il cielo.
si avviò cammindando a balzelli impercettibili, ma che a lui sembrava di spiccare visibilmente. nemmeno la stanchezza accumulata in notti più o meno insonni gli pesava.
era veramente tutto leggero e morbido, spigoli compresi.
riprese il controllo del pensiero, smettendo di immaginarsi una piscina tiepida circondata da divani comodissimi e rossi in cui sarebbe stato perfetto ascoltarsi il suo lounge. iniziò a pensare che doveva sbrigarsi, altrimenti avrebbe perso il treno.
anche se poi, con il lounge, l'attesa non sarebbe stata tanto snervante, nonostante il ritardo.
iniziò a camminare più rapidamente, accorgendosi poco dopo, una volta ritornato nella sua atmosfera asettica, che alle sue gambe mancava un pizzico di velocità di per seguire il tempo che gli scuoteva dolcemente i timpani.
accelerò guardandosi i piedi e cercando di conciliare il contatto della scarpa col terreno con i quattro quarti della ritmica.
con gli occhi schiacciati a terra e la testa persa chissà dove, notò che l'asfalto sotto di lui era cambiato.
non era più quello scuro dei marciapidiedi vicino a casa sua, era quello chiaro della strada. il clacson della Opel Agila si confuse nei fiati del suo lounge con volume impostato su MAX.
sentì dolore solo quando i paramedici gli tolsero le cuffie.

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