Lascia perdere, se vuoi vincere

il suo ultimo ricordo fu la sua prima dimenticanza.
ripensò a quando si scriveva tutto, nomi, numeri, appuntamenti, impressioni. tutto.
fogli, quaderni rempiti da centinaia di penne che una dopo l'altra si erano avvicendate nel suo studio.
usava le Bic, perchè gli avevano detto che con quelle potevi fare un buco in gola per le emergenze, tipo un soffocamento. ed il suo cane si strozzava spesso, mangiando, perchè aveva un'infiammazione cronica nella trachea.
non sapeva se avrebbe potuto funzionare, una Bic sul collo di un cane.
intanto però ce l'aveva.
guardò davanti a sè e l'angolazione che aveva, sdraiato a terra, non assomigliava per niente a quelle riprese dei film che vogliono imitare la vista dell'uomo che cade giù morto, riverso sulla strada.
quella sera era uscito sul tardi, verso le undici. passando per le strade della periferia aveva visto Sahid uscire dal retro del bar con un sacco di spazzatura in mano. "è domenica, cazzo" aveva pensato. accostando era sceso, per fare due parole con quell'uomo che viveva dietro al bancone, solo, da sempre.
poi la coincidenza di trovare l'altro per strada, vederlo estrarre la pistola e sparare, regolare i conti.
"ma guarda te, cazzo. mi fermo per fare una buona azione e incontro 'sto pezzo di merda" aveva rimuginato cercando, sanguinante ma ancora in piedi, la sua Beretta.
gliel'aveva puntata contro ed aveva premuto il grilletto.
ma era uscito solo un beffardo click.
poi era stato tutto velocissimo fino a terra.
e giusto prima di rimanere a fissare il vuoto con una faccia ebete, si ricordò di quando, uscendo, aveva preso la pistola da sopra la scrivania, dimenticando di caricarla.

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