Rimedio corrosivo

nello stereo il Teatro degli Orrori, sotto i piedi la ghiaia. la macchina ferma sul vialetto coi fari puntati ad abbagliare, i passi velocissimi là fuori, al clima ibrido d'inizio estate, verso il grosso cancello ferrato.
il Notte era in quel momento un olivo dal tronco robusto e nodoso, basso e ricurvo.
una vera e propria corsa subito dopo lo scatto della chiusura, dritta verso il muso della macchina, poi di lato sulla portiera, infine dentro.
il Notte, erano le due stelle che si distinguevano proprio tra i rami dell'albero, sparati in aria dalla natura in modo casuale.
guardando indietro, la retromarcia sulla terra battuta, seguita dall'abituale manovra. giù per la discesa asfaltata, con l'atmosfera sigillata e silenziosa, avvolta dalla musica a tutto volume. aveva paura del Notte, perché l'aveva visto con la coda dell'occhio, proprio appena sceso due minuti prima. aveva notato il suo scatto buio, dentro il nuovo corpo ed i nuovi occhi.
il Notte lo osservava, ed avrebbe continuato sempre, senza avvicinarglisi mai.

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