Autocondanne

conosco un uomo a cui puzzavano tremendamente i piedi. lui, poverino, non se ne faceva una ragione, li lavava e rilavava, ma niente. strusciava sotto fino a perdere la pelle, a non riuscire a camminare. col tempo il tanfo aumentava ed allontanava le persone, nessuno gli stava più accanto, nessuno stava mai nella sua stanza ad eccezione del dottore che, a debita distanza, gli diceva che il suo era solo un problema di igiene. quindi tornava sotto la doccia, infilava i piedi in ogni lavandino non appena ne aveva l'occasione, si cambiava i calzini continuamente. si grattava dal tallone alla punta, avanti e indietro, senza risultato. invano, provava con ogni tipo di spugna, massacrandosi le piante con ogni tipo di prodotto, a volte anche camminando sulla brace ardente.
abbattutto, stressato e soprattutto solo, in preda ad uno scatto d'ira decise di tagliarsi entrambi i piedi, per risolvere così il suo problema e tornare ad una vita normale. se li amputò con una mannaia da macellaio, in due rapidi e precisi colpi secchi. coperto di sangue, mentre piangeva per il dolore ed allo stesso stempo gridava dalla felicità, afferrò i suoi pezzi ormai mancanti e se li portò al naso annusandoli, per sentire un'ultima volta l'odore tremendo che gli aveva rovinato la vita. e si accorse che erano le unghie.

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