Cadendo si può anche rimbalzare

a volte basta l'entusiasmo.


macchina, pronta.
valigie, dentro.
benzina, già messa.
batterie, ricaricate con 10 ore di sonno.
macchina fotografica, a portata di mano.
"si va?" gli chiese elettrizzato.
"si va!" gli rispose raggiante.

le strisce bianche dell'autostrada correvano forte sotto le ruote della Punto stracarica.
Doors a palla nello stereo.
era il viaggio, il primo viaggio.
soli.
via veloci, niente poteva fermarli.
nemmeno la nostalgia di casa che cercava già di trattenerli alla prima curva.
nessun pensiero, testa fuori dal finestrino, piedi sul cruscotto, sigarette segretamente comprate ed accuratamente razionate per farle bastare.

ecco la strada, alberi, campagna.
fiori.
profumo di libertà, in mezzo al nulla.

si sporse fuori ed urlò al mondo, alla valle scaldata dal sole alto.
arrivati.
spense il telefono, come ultimo atto tecnologico di quella permanenza.
la vacanza poteva cominciare.


"è prontoooooooooooooooooooooooooooooo!" sentì la mamma urlare dalle scale.
mosse gli occhi incantati sull'orizzonte.
scese dalla sedia sotto la finestra ed andò a lavarsi le mani.
si sedette a tavola con uno stupido risolino stampato in faccia, pensando alla macchina che si allontanava dal suo sguardo.
"dov'è tuo fratello?" gli chiese.
"è andato via, con Marco. l'aveva detto."
"cosacosacosa? io quello...mmmmmh!" afferrò il telefono.
"niente...tutti e due staccati! e dove sono andati quei due? lo sai? te l'ha detto?"
"no..non lo so."
"e certo! vuoi che lo vada a dire al fratello di dieci anni? certo che no! ma almeno alla mamma! ora lo senti il babbo! vedrai che li fa ritornare lui, vedrai. e te mangia quello che hai nel piatto. e levati quel sorriso dalla bocca che se scopro che sai dove sono ti puoi scordare il calcio a vita."

non toccò quasi niente. era troppo estasiato.
la sera tornavano a prenderlo.

Commenti

Post più popolari