Le persone sono come le valigie, ti rendi conto di quanto siano realmente grandi solo quando provi a riempirle

si addormentò al ritmo della musica tribale, riscaldato dai fuochi accesi tutta la notte.
si era spinto nell'entroterra per avvicinarsi alla loro cultura, mangiare il loro cibo, danzare e capire.
il contatto era stato arduo, ma più semplice di quanto si aspettasse.
ancora non capiva le loro parole, ma il loro rapporto andava ben al di là dei suoni. ogni notte dormiva con gli altri attorno alle fiamme, nonostante vi fossero numerose capanne. immaginò di essere capitato in un periodo particolare del loro calendario.
sentiva di arricchirsi ogni mattina di più, quando si riempiva la pancia con il loro cibo. molti rinunciavano a parte della propria razione e la mettevano nel suo recipiente in legno.
non era mai stato meglio, lontano dai problemi e dalla tecnologia. una cosa così l'aveva soltanto sognata, diversi mesi fa, prima di licenziarsi.
spesso coglieva gruppetti di indigeni a guardarlo, probabilmente ancora non del tutto abituati alla sua presenza. altre volte, qualcuno passava e lo toccava, tastandogli i polsi, le braccia e le gambe. lasciava correre, del resto era ospite.
la sintonia con il loro stile di vita e le loro usanze divenne sempre più stretta e sorprendentemente intima. nel giro di un mese e poco più era ingrassato di almeno dieci chili ed ogni sera si lasciava andare in ogni danza.
aveva quasi raggiunto il suo scopo. nuova vita, nuovo inizio. si era fuso con essi, era entrato dentro la loro cultura, dentro il loro mondo. mancava un solo passo per entrare finalmente dentro di loro. o meglio, una ventina di passi. passi che fece da solo, verso il pentolone.

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