O non si pensa più, vivendo di stronzate, o si pensa troppo, riempiendosi di seghe mentali

mi fa piacere vedere i militari che caricano sacchi per fermare le alluvioni, spalano la neve, danno una mano. è lì che dovrebbero stare, non in guerra a sparare.
e ogni tanto ti prende l'euforia, non sai bene perchè. urli, sorridi sentendo grattare il cambio della macchina.
prudenza significa l'effetto del prurito?
c'è un'unico modo per far funzionare le cose? o diversi modi che portano ad uno stesso risultato?
credo che mi soffermerò sui suoni, sul ticchettio dell'orologio che scandisce l'attesa, la noia, la gioia, la vita.
tutto è quantitativamente misurabile. e se non lo è, ci sarà sempre qualcuno a farti la domanda "sì, ma in una scala da 1 a 10?".
ed è assurdo pensare che si possa sempre rimediare. non è così.
e si può essere imparziali al massimo, obiettivi; ma si è sempre condizionati.
in un modo o nell'altro finisce sempre per piovere. la pioggia. la pioggia ricorda le lacrime, nella forma, nella materia di cui è fatta, nel modo di cadere e scivolare sulla pelle.
il sole non ricorda affatto il sorriso.
l'arcobaleno, semmai. anche se all'ingiù.
ma è pur sempre un sorriso, insomma; siamo ottimisti qualche volta.
e, se ci pensate, l'arcobaleno viene dopo o addirittura durante la pioggia.
ecco perchè non capiremo mai le persone.

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