Vero, sconosciuto

è un momento tranquillo, io sono a giocare in un campo di calcio vecchio di quarant'anni, ed è già dieci anni fa, quindi adesso fanno cinquanta. c'è il fresco estivo che ti fa stare in maglietta senza sudare, a volte ti chiede pure una felpa leggera.
non sto correndo perché sono in panchina, e la mia squadra, in cui giocano bambini più piccoli e bravi di me, sta provando a vincere contro l'ennesima formazione locale fatta di alieni che giocano meglio, che ci battono sempre.
mentre le zanzare divorano i genitori sugli spalti improvvisati, la partita si trascina lenta con piccoli entusiasmi, perché i calciatori ce la mettono tutta, ma non basta. le automobili passano sulla strada che costeggia il campo, e danno un senso di vita, di presenza. la città prosegue il cammino verso la notte, mentre il torneo va avanti nella sua frenesia ridotta.
"..." sento. c'è il mio nome, tra quei puntini, ed è il suono che ha la voce dell'allenatore che mi fa entrare. sono felice e spaventato, non gioco spesso e quando entro sono in difficoltà, ci sono il babbo e la mamma a guardarmi, ed i babbi e le mamme di tutti quelli che sono qui. seguo il pallone da buon corridore quale sono, ma non riesco quasi mai a toccarlo, se non sfiorandolo appena, evitato con facilità da quegli imbattibili fenomeni, che hanno continuato la loro carriera anche dopo che io ho smesso, saltando da squadra a squadra, altalenanti tra la seconda e la terza categoria, sfogandosi ai tornei di calcetto rionali, di nuovo tutti insieme, tatuati a metà classifica.
ed io, ancora, in questo momento, percepisco la palla tra le mie scarpe, una sensazione stranissima. mi dicono "vai" e allora vado, corro e nessuno mi viene incontro. cerco di godermelo, questo momento, è raro e raramente ritornerà negli anni a venire, fino a spegnersi quasi del tutto. ho il gioco, io ho il gioco e posso decidere io chi ammettere, chi far giocare, appunto, e decido che a partecipare sarà il mio compagno che si è appena smarcato sulla mia destra ed a cui faccio un passaggio impreciso e lento, che viene intercettato. sento qualche "noooo" dalla tribuna, ritornando nell'atmosfera serale illuminata dai grossi fari.

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