Si fa per non fare

mentre si grattava la testa con una mano, guardava l'altra provando a trovarvi qualcosa di interessante. le vene in rilievo, le ossa un po' sporgenti, il colore giallo. qualche pelo sulle dita, le unghie praticamente inesistenti. con un crescendo di attenzione, iniziò a scrutarla meglio, ad apprezzarne tutti i particolari nascosti e mai osservati. i nei, i minuscoli tagli, le piccole cicatrici rimaste dall'infanzia. la guardava e la riguardava, quella mano, mentre la gemella continuava a rodere la nuca, ad infilarsi nel cuoio capelluto e a grattare via il prurito che non si accorgeva di non sentire più. un unico dettaglio lo disturbava: il sangue. le estremità delle falangi erano tutte rosse, di rosso vivo, di freschi globuli rossi.
andò a lavarsi, facendo scorrere forte l'acqua sopra la pelle impiastrata, aspettando di veder scivolare via da sé tutto il colore che copriva il debole rosa dei polpastrelli. una volta pulito, avvertì di nuovo il solletico alla testa, che gli fece correre la mano appena lavata dove prima era l'altra la quale, sovrappensiero, si era allontanata. mentre sentiva il prurito affievolirsi ancora, posò lo sguardo sulle altre dita, sul loro colore e su tutto il resto, nuovamente interessato e incuriosito. infilando le unghie nella pelle del capo, sempre più vicino all'osso, dopo qualche minuto si accorse che anche quella mano, così nuova ed apparentemente inesplorata, era inspiegabilmente insanguinata.

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