Grigio felice

fatti portare 
non mi scappare
non mi scapperai 
ti trascino nella forra
tra le spighe del grano giallo
spariscono le tue grida
la pioggia ricompatta la terra
ed io la tua buca
coperta di legna

nella forra c'è l'eco
e chi altro
lo può sentire 
se non le mie orecchie
le tue orecchie
e quelle degli animali
che verranno a mangiarti

imponeva il lato curvo della vanga sul suo corpo legato e lo percuoteva con l'angolazione migliore, che si userebbe per centrare un insetto. la soddisfazione dei suoi occhi superava quella del cuore, pieno di sangue di nuovo, a portare ossigeno e vita al suo corpo apatico e alla sua mente abulica. il ferro sfracella il torace portandosi via pezzi di naso e altre parti del viso, mentre la terra vola tra gli schizzi di sangue e saliva che saltano dal basso come lanciati da minuscole catapulte, in lotta con una doccia di pioggia e sudore che arriva forte nella direzione opposta. a parte i tonfi, c'è un silenzio di tomba.

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