Il profondo non si vede mai

sulla mia prima pelle lascerò le scritte, dove ricorderò le figure care
sulla seconda metterò le ferite, sanguinanti o cicatrizzate
sulla terza pelle stringerò delle catene, per non farmi troppo allontanare
la quarta e la quinta saranno lo strato più forte, insieme incollate
tra di loro infilerò bene le mie paure, cercando di rinchiuderle
e la sesta pelle sarà invece quella delle sconfitte, pronta a riviverle

furia e fame saranno sulla settima pelle, sempre più magra
l'ottava starà sotto ed io la terrò intatta, come di riserva
la nona pelle sarà quella vera e irraggiungibile, nuda e glabra
perché sulla decima vorrò tenere i segreti che il mio cuore conserva.
alla mia undicesima pelle darò la forma di un nome, dio di una religione
e quell'ultima vita sarà la più vivida, perché sudata
per passione.

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